RIMBORSO IVA SULLA TASSA RIFIUTI

RIMBORSO TASSA RIFIUTI –  UN PERCORSO A OSTACOLI

Da alcuni giorni sta nuovamente girando una notizia relativa al rimborso dell’IVA applicata sulla tassa dei rifiuti.
E’ una vicenda che dura da diversi anni, da quando nel 1999 molti Comuni italiani hanno introdotto al posto della TARSU (tassa smaltimento rifiuti solidi urbani) la Tia, tariffa di igiene ambientale, in alcuni Comuni diventata poi TARI.   In questi ultimi anni molte sentenze hanno decretato l’illegittimità dell’IVA sulla tassa dei rifiuti. Detto questo è vero che i cittadini possono chiedere il rimborso ai Comuni ma prima di farlo bisogna accertarsi se il comune nel quale si risiede, ha applicato la Tarsu, se fosse così non spetta alcun rimborso in quanto non è prevista l’applicazione dell’IVA sulla Tarsu.   Occorre anche verificare se nel comune è stata applicata  la TIA1 o la TIA 2;  la TIA 2 ha natura patrimoniale e quindi è assoggettabile ad IVA.   Ricordiamo che La TIA è cessata nel 2013 con l’entrata in vigore della TARES, e la prescrizione è di 10 anni . Il rimborso non avviene in maniera automatica ma si deve fare domanda al Comune ed attivare un contenzioso producendo tutti i bollettini per i quali si richiede il rimborso, tutte le fatture, le comunicazioni e le ricevute attestanti il pagamento del tributo con l’applicazione dell’IVA. Federconsumatori negli anni scorsi fece diversi comunicati in cui ricordava che il rimborso dell’IVA poteva essere richiesto in quanto la tassa era stata dichiarata illegittima, ma ricordava anche che per ottenere il rimborso IVA non bastava presentare una domanda ma era necessario attivare un contenzioso e vincerlo con il rischio che,  facendo il bilancio tra le spese da sostenere e l’importo del rimborso da recuperare, il risultato fosse molto più modesto di quanto atteso.

 

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